La più recente missione presso il Campo profughi si è rivelata una delle più efficaci e significative degli ultimi anni per lo staff di Support and Sustain Children.

Per la prima volta, il team ha potuto contare su due medici e su un’interprete madrelingua araba che parla fluentemente anche italiano. Un cambiamento cruciale: finora, le mediazioni linguistiche avvenivano in inglese, con passaggi dall’inglese all’arabo. Stavolta, il dialogo con le famiglie e i referenti locali è stato diretto e immediato anche per il team italiano, permettendo uno scambio più autentico, preciso e profondo.

Tra gli interventi principali, un ruolo centrale ha avuto la prosecuzione del trattamento contro la scabbia, un’infezione altamente contagiosa e molto diffusa nel Campo. Grazie al sostegno ricevuto e alla campagna di sensibilizzazione avviata, è stato possibile acquistare in loco i farmaci necessari – sia topici che orali – e trattare quasi tutta la popolazione residente.
Poiché la scabbia si trasmette per contatto prolungato, il trattamento ha incluso anche i conviventi e le persone più vicine ai soggetti sintomatici, in un approccio sanitario preventivo e capillare.

Un altro importante traguardo è stato il censimento completo del Campo: famiglia per famiglia, tenda per tenda, tutti i dati sono stati aggiornati e verificati, compresi quelli delle famiglie coinvolte nei programmi di sostegno a distanza.
In parallelo, è stato effettuato un censimento mirato dei neonati, ciascuno visitato dai medici, così da ottenere una mappatura chiara e precisa che consentirà una distribuzione equa del latte in base ai bisogni reali.

Oltre metà della missione è stata dedicata a questo lavoro minuzioso. Le distribuzioni di latte e pacchi alimentari saranno effettuate nei prossimi giorni dalla coordinatrice locale e dal marito, a cui sono state consegnate le liste aggiornate.

È stato inoltre avviato un nuovo percorso con piccoli gruppi di madri, per lavorare su temi di educazione alimentare e igiene – aspetti fondamentali per la salute dei più piccoli – che l’associazione intende approfondire nei mesi futuri.

Durante la missione:

  • sono stati completati i sostegni a distanza per orfani e famiglie fragili;
  • è stata visitata la tenda scuola, che continua a crescere, accogliendo un numero sempre maggiore di bambini con passione e qualità;
  • sono stati presi in carico diversi casi medici urgenti, tra cui una bambina con patologia cardiaca, attualmente ricoverata e seguita con attenzione dal team.

Il rientro in Italia è stato reso complesso dagli eventi internazionali che hanno colpito la Regione nei giorni della missione, ma la squadra è tornata a casa con il cuore colmo di gratitudine e la consapevolezza che ogni gesto di solidarietà si traduce in cura, presenza concreta e cambiamento reale.

Ogni missione è possibile grazie al sostegno di chi ci accompagna. A volte serve un farmaco, a volte una carezza. Spesso entrambe. Se desideri continuare a essere parte attiva di questo cammino, puoi farlo anche ora: ogni contributo, piccolo o grande, fa la differenza.

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