Lungo il confine turco-siriano sono presenti campi di rifugiati privi di qualsiasi supporto e riconoscimento ufficiali.
In questi contesti di estremo degrado, i bambini sono i più esposti perché mancanti dell’essenziale: acqua, cibo, cure mediche, riparo e istruzione.

Siria

La guerra civile siriana, cominciata il 15 marzo del 2011, ha generato la fuga di oltre 6 milioni di persone di cui 4.5 milioni dispersi in zone dove mancano strutture di accoglienza e beni di sussistenza. SSCh ha deciso di sostenere, in questo straziato Paese, due progetti: la clinica pediatrica all’interno del campo profughi di Bab Al Salam e il Progetto AMAN dedicato alle donne rimaste sole e impossibilitate a provvedere a se stesse e ai propri figli.

Progetti attivi

ESPERO coinvolge 15 donne siriane rifugiate con background in ingegneria, in un percorso di mentorship e progettazione partecipata per sviluppare iniziative nelle energie rinnovabili e nello sviluppo locale.

Fasi del progetto

  • Fase 1: Formazione tecnica e leadership → completata
  • Fase 2: Sviluppo delle idee progettuali → completata
  • Fase 3: Progettazione esecutiva (maggio–ottobre 2025) → le idee verranno dettagliate per un secondo pitch, in cui saranno scelti i progetti da finanziare
  • Fase 4: Implementazione sul campo → realizzazione dei progetti finanziati nelle comunità, con il supporto di esperti e stakeholder locali

Obiettivo finale

Creare un modello di leadership femminile attiva e trasformativa: le partecipanti non solo come beneficiarie, ma come promotrici di cambiamento. Attraverso l’uso delle energie rinnovabili, contribuiranno a migliorare la qualità della vita nei campi profughi e a gettare le basi per la ricostruzione della Siria post-conflitto.

Il progetto mira a migliorare l’accesso e la qualità dell’assistenza sanitaria per le comunità vulnerabili, con un approccio olistico e rispettoso della cultura locale.

Obiettivi principali

  1. Consolidare i servizi sanitari tramite una clinica (medico di base, pediatra, ostetrica) e un’auto medica per le aree remote.
  2. Rafforzare le competenze di operatori sanitari e caregivers con webinar e workshop.
  3. Offrire assistenza specifica alle donne con uno staff femminile specializzato (ostetrica e infermiera).

Obiettivo finale

Rispondere ai bisogni urgenti di salute e, al tempo stesso, creare competenze, strumenti e relazioni durature che rafforzino la capacità delle comunità di prendersi cura di sé in modo dignitoso, continuativo e culturalmente sensibile.

L’Help Point è un servizio umanitario integrato che funge da centro di riferimento per la risposta ai bisogni primari della popolazione colpita. Il punto fornisce un’assistenza combinata, offrendo da un lato supporto medico di base, e dall’altro la distribuzione di beni essenziali come latte e alimenti nutrienti per bambini malnutriti, tende, coperte e kit igienici. Il suo obiettivo è garantire una presa in carico immediata e dignitosa, soprattutto per le famiglie in condizioni di vulnerabilità acuta.

Turchia

La Turchia ospita più della metà dei 6 milioni di siriani sfollati a causa della guerra. Esistono campi profughi finanziati dall’Unhcr e gestiti dall’Afad, l’agenzia governativa turca i cui programmi di assistenza soddisfano tuttavia le esigenze primarie di circa 300.000 siriani. La situazione più difficile è quella di chi vive fuori dai campi ufficiali.

SSCh opera ormai da 10 anni in uno dei campi spontanei sorto lungo il confine turco-siriano. Questi campi differiscono da quelli governativi per l’assenza totale di aiuti umanitari. Le condizioni di vita sono inimmaginabili. SSCh è l’unica realtà che si prende carico di questi luoghi ‘invisibili’ entrando e operando direttamente sul posto. Si occupa di oltre 900 nuclei familiari per un totale di 6000 persone di cui 4000 sono minori. Tra questi, diverse centinaia sono orfani.

Progetti attivi nel campo profughi spontaneo

SSCh si fa carico quotidianamente delle enormi difficoltà di chi vive nel campo in condizioni drammatiche. In questo contesto le emergenze sono innumerevoli e tutte prioritarie. Sono necessarie risorse dedicate e una gestione attenta di ogni singolo aiuto al fine di garantire ai rifugiati – e ai bambini in particolare – condizioni di vita dignitosi.

Per ottenere questo obiettivo e garantirne la continuità sono attivi progetti che interessano diverse aree di intervento: dalle forniture alimentari, alle cure mediche, alla presa in carico di casi di malnutrizione e di fragilità, all’istruzione, al reperimento di beni di prima necessità e ogni altra emergenza che si presenti nel tempo.

SSCh si occupa di acquistare e distribuire in loco cibo e beni di prima necessità – tende, coperte, materassi, legna, vestiario invernale – indispensabili per assicurare le condizioni minime di vita in un contesto di desolazione e povertà assolute

SSCh ogni mese provvede, in particolare, a consegnare oltre 900 pacchi alimentari, uno per ogni nucleo famigliare censito. I pacchi alimentari vengono ordinati dall’Italia presso fornitori locali – sostenendo la piccola economia locale – per poi essere consegnati dal team di SSCH durante le missioni sul posto.

Il campo era privo sino al 2019 di qualsiasi fonte di acqua potabile e pulita. Sono stati scavati due pozzi che attraverso cinque fontane distribuisce l’acqua in tutto il campo. Il monitoraggio e il controllo periodico della qualità dell’acqua resta indispensabile per garantire l’igiene e la salute di tutti gli abitanti.

Dal settembre 2019 è stata allestita una piccola scuola chiamata “ Tenda Arcobaleno” che ospita oltre 200 bambini del campo, in età scolare. SSCh ogni mese fornisce il materiale didattico e provvede allo stipendio dei due insegnanti che si alternano nelle attività educative, concordate con il team di SSCh.

È attivo dall’anno scolastico 2020/2021 un progetto didattico di gemellaggio tra la tenda scuola del campo, la scuola urbana di SSCh al confine siriano, e la scuola primaria Don Murialdo di Torino con l’obiettivo di promuovere relazioni tra i bambini che superino i confini geografici e culturali per promuovere la cultura della pace e del rispetto reciproci.

In ogni missione di SSCh è presente un medico volontario che per tutta la durata della permanenza al campo, visita e prescrive terapie a bambini e adulti. Le condizioni di lavoro sono difficili e lo sforzo di SSCH è volto a migliorarne l’operatività. SSCh si fa carico dell’acquisto dei medicinali e nei casi più gravi si attiva per facilitare l’ospedalizzazione e per dare continuità di cura a chi ne ha bisogno.

Le carenze alimentari rendono la malnutrizione un problema diffuso in tutte le zone in cui SSCh opera, specie al campo. Su indicazione del personale medico vengono presi in carico i casi individuati e si provvede a fornire con regolarità latte in polvere per neonati e cibi specifici per la prima infanzia. Attualmente sono 45 i casi seguiti da SSCh, costantemente monitorati.

Particolare attenzione è rivolta a quelle famiglie che si trovano a gestire bambini con gravi patologie o handicap e non hanno mezzi per curarli. SSCh è al loro fianco con progetti di sostegno specifici.

È attivo un progetto di adozione a distanza per 130 nuclei di bambini orfani di almeno uno dei due genitori o di entrambe. La quota donata dai sostenitori si trasforma in un voucher spendibile presso le rivendite di beni selezionati da SSCh. La cadenza della distribuzione dei voucher è mensile e viene seguita e monitorata dal team SSCh che dall’Italia e si coordina con i referenti locali. Al rientro da ogni missione SSCh invia il resoconto e le foto a ogni singolo sostenitore.

Nel campo profughi vive Ahmed, un padre che, per un caso di omonimia, è stato ingiustamente imprigionato durante la guerra. Da quando è uscito dal carcere, la sua salute è gravemente compromessa. Su nostra spinta, ha iniziato a realizzare splendidi monili con perline, trasformando la creatività in una possibilità di riscatto. Ad ogni missione, il team di SSCh porta questi manufatti in Italia, dove vengono donati ai sostenitori in cambio di un contributo.

Il ricavato va interamente ad Ahmed e ai suoi figli, con la convinzione che solidarietà e supporto possano emancipare questa famiglia dall’assistenzialismo, offrendo un’opportunità di autonomia attraverso un lavoro onesto e dignitoso. SSCh spera che questo esempio ispiri altri abitanti del campo a sviluppare nuove idee, aprendo la strada a un futuro di indipendenza e riscatto.

Madagascar

Madaproject, una goccia alla volta

Nel sud del Madagascar, nella regione di Toliara – una delle aree più aride e vulnerabili dell’isola – le comunità di Andojy, Ankororoka, Betsinefo e Befoly – circa 2.000 persone di cui oltre 600 bambini – vivono da anni una crisi idrica cronica, aggravata dal cambiamento climatico e dall’isolamento geografico.
Qui l’acqua potabile è scarsa, i pozzi spesso inutilizzabili e le famiglie dipendono da rifornimenti esterni per soddisfare i bisogni più essenziali.

Il MadaProject – Una goccia alla volta nasce per garantire un accesso sicuro e duraturo all’acqua, migliorare la salute e la nutrizione, e rafforzare l’autonomia delle comunità locali.
Gli interventi di emergenza (rifornimenti idrici e supporto sanitario) sono sempre accompagnati da percorsi di formazione, cantieri-scuola e studi di fattibilità per individuare soluzioni sostenibili.

Con il supporto del partner locale FALIFALY e dell’expertise di medici, esperti in agroecologia e tecniche di water harvesting, il progetto promuove un percorso di empowerment comunitario fondato sulla partecipazione attiva e la crescita delle competenze locali.
Tutte le azioni implementate si basano sulla formazione continua e sul capacity building dei beneficiari coinvolti, e sull’empowerment di referenti locali che diventano le nostre antenne sul territorio: figure chiave che garantiscono continuità, ascolto e radicamento del progetto nel tempo.

Azioni del progetto:

Il progetto garantisce assistenza medica di base con un focus sulla salute materno-infantile e sulla prevenzione della malnutrizione.
Durante l’ultima missione medica sono stati visitati 239 bambini sotto i cinque anni, distribuiti kit igienici e realizzati workshop pratici su alimentazione, igiene e prevenzione delle infezioni.
Un medico locale, oggi referente sanitario del progetto, assicura il follow-up costante delle famiglie, mantenendo un contatto diretto con la comunità.
Parallelamente, il progetto promuove interventi nutrizionali mirati attraverso screening periodici, formazione delle madri e distribuzione di alimenti fortificati e integratori terapeutici, per contrastare le carenze croniche e favorire uno sviluppo sano dei bambini.

Ogni settimana i villaggi ricevono acqua potabile tramite autocisterna, misura temporanea ma essenziale in un contesto dove i pozzi sono in gran parte inutilizzabili.
Accanto a questa risposta immediata, il progetto sviluppa soluzioni sostenibili e comunitarie, attraverso cantieri-scuola che sperimentano sistemi di raccolta dell’acqua piovana e del deflusso stradale.
Le famiglie vengono formate alla manutenzione e gestione autonoma di questi sistemi, in un percorso che trasforma l’acqua da bisogno a competenza condivisa.
Il MadaProject evita interventi infrastrutturali complessi e costosi, preferendo soluzioni leggere, non convenzionali e profondamente sostenibili, progettate perché possano essere realmente gestite – anche economicamente – dalle comunità locali.

Le missioni sul campo e le attività attualmente in corso stanno ponendo le basi per affrontare la nutrizione in modo integrato, mettendo in relazione salute, alimentazione e pratiche agricole sostenibili.

Le attività di prossima implementazione includeranno momenti di educazione alimentare e laboratori di cucina che valorizzeranno i prodotti locali e le conoscenze tradizionali, promuovendo scelte sane e rispettose dell’ambiente.

Saranno inoltre avviati corsi di agroecologia dedicati all’uso efficiente dell’acqua raccolta, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare e sostenere una gestione più resiliente degli orti familiari.

Nel lungo periodo, il progetto intende introdurre elementi di agroforestazione adattati ai contesti aridi, favorendo la coltivazione di specie autoctone resistenti alla siccità e forme di integrazione tra alberi, colture e piccole superfici agricole.
Questa prospettiva permetterà di rafforzare la resilienza ecologica e alimentare delle comunità e di sostenere, nel tempo, la rigenerazione dei suoli.

Il MadaProject investe nell’educazione e nella crescita delle competenze come leve di trasformazione duratura.

Educazione dei bambini.
In una regione dove molti bambini non hanno accesso alla scuola, il progetto sostiene una scuola comunitaria che offre istruzione di base, pasti e un ambiente sicuro in cui crescere.
Per i più piccoli, rappresenta l’unica possibilità di apprendere, di ricevere cure e di costruire un futuro diverso, rompendo il ciclo di povertà e isolamento.

Formazione e capacity building degli adulti.
Parallelamente, il progetto promuove percorsi di formazione per adulti, operatori locali e referenti di villaggio, con l’obiettivo di rafforzare le competenze tecniche, gestionali e sociali delle comunità.
Attraverso attività di sensibilizzazione e pratiche partecipative, si sviluppa una cultura dell’acqua e della cura condivisa, che rende le comunità protagoniste e responsabili del proprio sviluppo.

Gaza

Gaza, un aiuto ora

In risposta all’emergenza umanitaria a Gaza, ci stiamo impegnando a fornire aiuti vitali nonostante le difficoltà di comunicazione e i rischi. Con il nostro team in loco, ogni settimana distribuiamo pacchi alimentari e prepariamo pasti nutrienti per i bambini, cercando di garantire anche verdure fresche. Per affrontare la scarsità d’acqua,  un camion cisterna porta acqua in quattro punti diversi della Striscia. Inoltre, consegniamo tende a chi vive per strada, offrendo riparo e dignità.

Fino a che conflitto ed emergenza non saranno finiti, noi ci saremo.