A causa del Covid-19 e della chiusura totale nei propri confini, manchiamo dal campo da 4 mesi ormai.

Nei mesi in cui non siamo potuti partire abbiamo portato avanti tutti i progetti (pacchi alimentari, legna e carbone per l’inverno, sostegni mensili tramite Voucher per gli orfani e per le famiglie nell’area urbana) tramite la meravigliosa rete di collaboratori locali, persone che ormai sono diventati amici fraterni.

Ma finalmente Luca ed io torniamo al campo.
La situazione non è semplice viste le misure che si devono rispettare per gli spostamenti, tra distanziamento e mascherine, ma cerchiamo di essere ligi e responsabili. Al campo la situazione è sempre brutta, la miseria e la disperazione sono soffocanti e spesso scendono lacrime di impotenza. Fa caldo, si soffoca e si rischia di stare male. L’acqua non c’è, il cibo scarseggia, i bimbi sono magrissimi e le madri stanchissime.

Gli orfani aumentano, famiglie e bambini soli continuano a fuggire dai bombardamenti e popolano questo campo di disperati che sta per scoppiare.

Distribuiamo pacchi alimentari sotto un sole impietoso, latte in polvere per i piccoli malnutriti e medicine e cure con il medico in collegamento telefonico dall’Italia. Contiamo i nuclei di orfani sostenuti dalle famiglie italiane e sono aumentati, mentre distribuiamo i Voucher e facciamo le foto per documentare il tutto ai sostenitori, sento il panico salire perché so che dovrò cercare nuove persone disposte ad aiutare a distanza questi figli di nessuno. La Tenda Arcobaleno è rimasta chiusa su ordine della polizia locale a causa della pandemia, la potremo riaprire alla prossima missione e questo mi rende felice. I bambini lo chiedono continuamente e mi pare di averli delusi. Decidiamo di noleggiare un pulmino e di trascorrere una giornata al mare con un nutrito gruppo di loro.

Una giornata meravigliosa, dove bambini che non ridono mai hanno riso, schizzato, giocato e sono tornati bambini. Non mi sono mai sentita meglio, non ho mai visto occhi più luminosi e fragili. Accanto a me Luca, mio marito che gioca e nuota con noi. Come sempre andiamo a trovare e portare supporto alcune famiglie fragili che seguiamo da qualche anno: Salema malata, i due bimbi con la talassemia e altri casi molto tristi come il piccolo Youssef.

Anche stavolta ci è impossibile raggiungere l’area urbana e anche questa volta siamo costretti a lasciare il supporto al nostro collaboratore che provvederà alla distribuzione dei voucher alle famiglie cittadine, le chiamiamo così perché non sono al campo ma vivono in tuguri o garage.

Tornare è sempre un dolore. Arianna

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