La missione di Support and Sustain Children presso i profughi dislocati nelle piccole tendopoli lungo il confine turco-siriano si è appena conclusa, e i nostri volontari, dopo qualche lieve problema intestinale, sono rientrati nelle loro famiglie, sfiniti per la tensione e l’impegno ma anche carichi di soddisfazioni. Come sempre accade ad ogni rientro, ci si porta a casa la gioia legata i sorrisi ricevuti, ma anche molta preoccupazione per i bisogni incontrati e riscontrati.

La situazione al campo

La situazione al campo che abbiamo visitato va infatti velocemente peggiorando: ci sono circa 700 persone, tra cui moltissimi bambini di tutte le età, qualcuno anche invalido o handicappato, lasciato a se stesso. La situazione igienico-sanitaria è assolutamente drammatica, i bimbi hanno fame e moltissimi sono malati, il caldo insopportabile e l’approvvigionamento di acqua sporca e contaminata dal fiume causa gravi problemi intestinali.

La missione presso i profughi dislocati nelle piccole tendopoli lungo il confine turco-siriano si è appena conclusa, e i nostri volontari, dopo qualche lieve problema intestinale, sono rientrati nelle loro famiglie, sfiniti per la tensione e l’impegno ma anche carichi di soddisfazioni. Come sempre accade ad ogni rientro, ci si porta a casa la gioia legata i sorrisi ricevuti, ma anche molta preoccupazione per i bisogni incontrati e riscontrati.

La distribuzione di generi alimentari

Abbiamo provveduto, grazie alle donazioni che ci sono state affidate, ad acquistare cibo e generi di primissima necessità. Ecco alcune foto della distribuzione di generi alimentari: per qualche giorno potranno avere un pasto garantito!

L’intervento dei volontari medici

La presenza nella squadra di due medici, Paolo Rossi di Goal Smile Onlus Marino Andolina, pediatra triestino, è stata assolutamente determinante: hanno visitato più di 100 bimbi, alcuni casi gravissimi, moltissimi con la leishmaniosi[*] , tutti bisognosi non solo di cure mediche ma anche di attenzioni e di affetto.

‘Ecco dottore, questo è mio padre.’

Affetto e attenzione sono stati distribuiti a piene mani senza risparmiarsi anche da AriannaAgnese Mohammed: questi bambini, pur vivendo in un inferno, hanno una carica di vita e di voglia di vivere che difficilmente si può riuscire a descrivere in poche parole. In uno di questi momenti, a Marino un bimbo ha mostrato l’unico ricordo del padre, la sua foto: ‘ecco, questo è mio padre’.

Mohammed: un nuovo inizio.

Nuova vita per Mohammed e la sua famiglia: dopo la diagnosi di gravissimi problemi ai reni e al fegato, era assolutamente necessario il suo allontanamento dal campo per iniziare i trattamenti medici presso una struttura ospedaliera, grazie alla intermediazione e al supporto di IOM.

Siamo riusciti a trovare loro una sistemazione dignitosa vicino all’ospedale, e la famiglia si è trasferita tra lacrime e sorrisi increduli. Parte quindi il nostro progetto per il sostegno a questa famiglia e al piccolo Mohammed, noi ci crediamo fortemente e speriamo e preghiamo con tutte le forze: la sua situazione rimane molto difficile e delicata, ma ci adopereremo in tutto e per tutto perché abbia una opportunità reale e concreta di cure.

Insieme si può fare, insieme si può essere determinanti!

Al di là del semplice modo di dire, l’esperienza delle nostre missioni e di questa in particolare ci testimonia fortemente che veramente l’unione, la collaborazionel’organizzazione e soprattutto una dose grande di onesta buona volontà e generosità possono cambiare lo stato di alcune situazioni, fino a cambiare drasticamente il corso della vita per qualcuno.

Continuate a seguirci e a sostenerci!  Tutto questo l’abbiamo potuto realizzare solo grazie ai contributi generosi di tante persone e famiglie che credono nelle nostre buone intenzioni!

Grazie di cuore!

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