Stavolta siamo rientrati stanchi ma soddisfatti.

Ci è sembrato di stare in giro mesi, per quante diverse realtà abbiamo toccato e quante vite abbiamo sfiorato.

E quante cose siamo riusciti a fare.

Nel nord ovest della Siria abbiamo lavorato per tre giorni gomito a gomito con il nostro team locale alla rovente temperatura di almeno 40°.

Abbiamo distribuito ai terremotati le tende che mancavano, latte in polvere ai neonati, visitato le famiglie che supportiamo e i bambini orfani che aspettano il nostro sostegno.

Siamo stati ad Idlib, in un’atmosfera surreale e ci siamo immersi nello stupore di una città che riprende a vivere. La situazione è comunque drammatica ovunque: niente lavoro, poche infrastrutture, tensione politica e paura di un’imminente ripresa del conflitto.

Abbiamo visitato il centro Aman che gestiamo grazie alla logistica di Elaf for Relief and Development. Si respirava un’energia positiva, desiderio di queste ragazze di emanciparsi, crescere, tornare ad avere un futuro.

Anche la Clinica del Dottor Alì funziona benissimo e almeno 400 bambini al mese possono ricevere cure mediche e medicinali completamente gratis.

Siamo poi rientrati sul suolo turco, al campo che sosteniamo da almeno dieci anni.

In cinque giorni siamo riusciti a distribuire i pacchi alimentari, il latte in polvere per i più piccoli, i sostegni a distanza ai nuclei di orfani e famiglie fragili, abbiamo assistito alle lezioni della Tenda Arcobaleno, raggiunto tutte le situazioni più difficili di cui ci prendiamo cura e passato del tempo di valore con bambini e adulti per i quali siamo l’unica speranza.

Siamo stanchi, si. Ma anche pieni di mille emozioni che spingono a non dimenticare mai che l’aiuto di tutti può fare davvero la differenza.

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