La missione di giugno è incentrata principalmente sulle visite mediche: partiamo con un team di due dottori e un infermiere, ci siamo anche organizzati con un App medica per cui invece di scrivere sulla carta registreremo tutto online in modo da averlo fruibile per le analisi e le considerazioni  del caso.

Abbiamo già ordinato i farmaci dall’Italia, e dobbiamo solo passare a ritirarli prima di dirigerci verso il campo. Già di mattina il caldo è soffocante, il sole picchia e non c’è un filo di vento. Raggiungiamo il campo a metà mattinata e i nostri referenti hanno già preparato lo spazio dove medici e infermiere visiteranno per tre giorni consecutivi.

Purtroppo, i casi seri o che necessiterebbero approfondimenti sono un numero abbastanza elevato e anche casi disperati. Noi facciamo il possibile per risolvere sul posto, i nostri medici sanno bene che mandarli in ospedale è una perdita di tempo perché se non hai identità non vieni curato, nemmeno se paghi.

Non è semplice ogni volta visitare in un campo profughi, tra caldo e insetti e prendere decisioni spesso vitali. Ma i nostri medici lo fanno, e lo fanno senza sosta.

Molti giovani hanno i tipici sintomi di stanchezza mentale, di stress psicologico e anche per loro ci spendiamo come possibile.

Accanto a questa importante attività, portiamo avanti i sostegni a distanza, la distribuzione dei pacchi alimentari e del latte in polvere per i più piccoli, i sostegni alle famiglie fragili di cui ci prendiamo cura, gli incontri con chi lo chiede e l’ascolto di tutti quelli che possiamo.

Fatima riceve quello che ha guadagnato dalla vendita dei suoi monile e ritiro quelli che ci ha preparato, la lasciamo con altri ordini che ci preparerà per agosto. Siamo contenti che questa ragazza si possa in qualche modo realizzare.

Abbiamo deciso di fare delle verifiche sull’apprendimento dei bambini che frequentano la nostra Tenda Arcobaleno, la piccola scuola al campo, e premiamo i 5 bambini che si sono impegnati di più con altrettanti zainetti.

La scuola va a gonfie vele, i ragazzi sono felici e corrono ogni sera a lezione, dopo le fatiche nei campi agricoli. I progressi sono lenti, parliamo di alfabetizzazione, ma non demordiamo.

A causa di un mio contrattempo, chi scrive è Arianna, dobbiamo rientrare prima e saltare la visita in Siria dove saremmo entrati solo io e Yahya.

I progetti di distribuzione alimentare, del latte, del supporto agli orfani e la visita al nuovo centro Aman in Siria li seguirà Bakri, referente in Siria che coordina un team di tre persone in maniera egregia.

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