Dopo solo tre settimane siamo di nuovo in Turchia.
Stavolta si farà al contrario: abbiamo ottenuto tre giorni di permesso in Siria e questo ci consentirà di lavorare bene e senza fretta. Vogliamo distribuire le prima 150 tende e insieme anche cibo e supporto economico. I fondi sono arrivati ed il team locale ha già preso contatti con i fornitori e organizzato ogni dettaglio. Siamo Arianna e Paolo, il fotografo.
Decidiamo di dormire in Siria, per sfruttare al meglio le giornate e questa è una delle decisioni migliori mai prese.
Siamo titubanti, un po’ di timore come è normale. Ma con noi Bakri che coordina il team locale e Yahya suo fratello e nostro fidato collaboratore sul suolo turco.
Yahya incontrerà sua mamma dopo 8 anni, un momento intimo e profondissimo che osserviamo con composta commozione.
Io, Arianna, toccata per aver perso la mia pochi mesi fa vedo una madre e un figlio che la guerra ha separato e la buona sorte sta riavvicinando.

Penso ad intere famiglie spezzate allo stesso modo.

Dormiamo dalla signora, nella verdissima campagna fuori Idlib.
Condividiamo le cene serali e le colazioni notturne, siamo in Ramadan e di giorno i si astiene dal bere e mangiare.
Il giorno dopo dormiamo invece al campo di Atma, da Bakri. A casa sua, con la sua famiglia. Pochissime le comodità, grande l’ospitalità.
Siamo a casa, siamo fra amici. Questo ci portiamo dentro nel salutarci, quando passiamo il confine alla fine del terzo giorno.

Nei tre giorni abbiamo visto molto, visitato chi ci aspettava dalla missione precedente, consegnato e montato le prime tende, distribuito cibo e supporti economici.
Ancora macerie negli occhi, ancora un’umanità randagia.
Bambini bellissimi e sorridenti che giocano sui pattini fra macerie e polvere. Non sai se commuoverti o arrabbiarti.
Non sai se chiedere con la speranza o accendere una nuova fiammella.

In Turchia andiamo al campo per verificare le attività della tenda Scuola, fare dei test sull’apprendimento, incontrare le famiglie che sosteniamo capillarmente, consegnare aiuti, incontrare Fatima che produce monili fatti con le perline da lei e dalle sue amiche. Prendiamo ciò che hanno creato e lasciamo quello che hanno guadagnato, grazie ai nostri sostenitori che hanno risposto al nostro appello e li hanno acquistati tutti.
La giornata è tiepida e ci concediamo una brevissima visita al mare, dista solo cinque minuti in macchina. E ricordiamo quando, qualche anno fa, abbiamo portato tanti bambini a fare il bagno.
Abbiamo una storia di dieci anni con gli abitanti del campo e comincia ad essere piena di ricordi, avventure e pezzi di vita, di crescita.
Si torna a casa. Sempre un po’ più ricchi, sempre un po’ diversi.

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