Non è sempre facile trovare le parole per raccontare una missione, bisognerebbe far parlare le emozioni e i fatti. Intersecarli, mischiare la speranza alla paura, il successo con la frustrazione e la gioia con la fatica. Tanta fatica, eppure non basta mai. Non si torna indietro, sarebbe un viaggio troppo lungo. E’ stata una missione molto calda, temperature impossibili a rendere la vita di tutti quei bambini, anziani, uomini, donne davvero difficile. Il primo pozzo non è più sufficiente, a causa di continui cali di erogazione e quindi ne abbiamo scavato un secondo. Siamo ripartiti che lo stavano ultimando e nei giorni successivi al nostro rientro è stato terminato.

La distribuzione dei pacchi alimentari per tutte le famiglie ormai è un momento consolidato e viene fatta senza intoppi e seguendo la lista stilata dai due referenti del campo. Dura tutto il giorno ma, nel frattempo, riusciamo anche a portare avanti le altre attività. Abbiamo seguito i progressi della Tenda Arcobaleno ed è sempre bellissimo trovarsi in quel luogo dove c’è poco, è vero, si scrive e colora per terra, ma si respira qualcosa che non sento in nessun altro posto.

Sono bambini che riescono a regalare i loro successi e a noi che crediamo in loro.

Siamo riusciti anche ad aprire una seconda tenda scuola, la Tenda Arcobaleno n.2. Più bambini potranno uscire dal buio dell’analfabetismo. Abbiamo distribuito i sostegni a distanza per i 111 nuclei di orfani e ci vogliono sempre almeno tre giorni, intensi e faticosi ma pieni dei loro sorrisi, delle loro lacrime e della responsabilità che abbiamo verso di loro. Seguiamo ogni volta i casi più fragili, capillarmente. Descriverli uno per uno sarebbe impossibile e inutile, ogni bambino o persona in difficoltà ci trova pronti. Non può essere diversamente quando impari a riconoscere l’umanità dimenticata che urla.

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